Due stagioni ricche di feste, spettacoli, sport e non solo: durante i mesi più miti a Santa Teresa Gallura vengono organizzati eventi e laboratori dedicati a tutta la popolazione. Cultura, tradizione ed enogastronomia si uniscono alla tecnologia e ad un importante progetto che vede Santa Teresa Gallura come una destinazione turistica desiderata tutto l’anno. Adesso diamo la parola all’assessore al turismo, Stefania Taras, che ci svelerà i prossimi step del grande progetto.
- Qual è la storia di Santa Teresa Gallura? Quali sono i principali valori della comunità?
Santa Teresa Gallura nasce ufficialmente con decreto regio del 12 agosto 1808 firmato da Vittorio Emanuele I. Già in epoca nuragica il luogo era conosciuto, prova ne son i diversi siti, primo fra tutti quello de Lu Brandali. In seguito, anche i romani apprezzarono l’insenatura profonda e sicura del porto longonis, utilizzarono le coste per estrarne il granito, dato per cui è inserito nel parco geominerario della Sardegna. In epoca giudicale faceva parte del giudicato di Gallura, sullo stesso porto si possono trovare i resti di un castello denominato di Eleonora D’Arborea. Ancora il nucleo di primi residenti chiamano il luogo Lungoni e loro lungunesi. Santa Teresa è un piccolo paese che già dagli anni ’50 è riconosciuto quale luogo di vacanze. I residenti, che arrivano da diverse parti del mondo, sono legati dall’amore per questo luogo, e dal ben-vivere. Accoglienti e ospitali, hanno quell’orgoglio delle proprie origini che permette la tutela delle tradizioni più antiche. In giornate invernali di sole le scogliere si affollano di gruppi di amici che banchettano in allegria, pronti ad invitare chi si trova lì per caso.
- Santa Teresa Gallura vanta di un calendario ricco di feste religiose e profane: quali sono gli appuntamenti ai quali non si può mancare?
Vi ho già detto che Santa Teresa ha la caratteristica, rispetto a luoghi nati esclusivamente dallo sviluppo del turismo, di essere un paese vero, quindi le feste autentiche si possono trovare tutto l’anno. Dalle feste nelle chiese campestri in primavera, alla festa patronale che si svolge a metà ottobre. Recentemente è stato riscoperto il rito del matrimonio gallurese, dove una coppia scelta si sposa secondo la tradizione, con balli, poeti estemporanei e un banchetto nuziale.
- L’enogastronomia è un punto forte della Sardegna ma quali sono i principali piatti della tradizione a Santa Teresa Gallura?
I piatti tradizionali, legati in passato a momenti di festa, oggi si possono trovare in tanti agriturismo e ristoranti. Dalla Zuppa Cuata, la zuppa gallurese, piatto che arriva dalla cultura degli stazzi, fatto con brodo, pane raffermo e abbondante formaggio. Ogni famiglia conserva gelosamente la propria ricetta. Li Chjusoni sono invece degli gnocchi fatti di sola semola e conditi con sughi di carne, o ancora i ravioli, ripieni di ricotta e addolciti con zucchero, in bocca creano un piacevole contrasto con la salsa saporita di pomodoro. Il capretto è il piatto principe, spesso sostituito con carne di maiale o di bovino, una eccellenza dell’allevamento gallurese. Il pesce invece viene cucinato in maniera semplice, alla brace o al foro. Da gustare sicuramente la zuppa di pesce, chiamata Zimino, che vuol dire miscuglio, e più sono le varietà di pesce, crostacei e molluschi più è deliziosa. I dolci sono semplici, ma genuini, i Papassini, la Canestra o gli Acciuleddi ‘e Meli, delle treccine di pasta violata fritte e cosparse di miele. La seada, presente in tutta la sardegna, da noi ha il nome di Casghjulata e il ripieno è di formaggio fresco di mucca.
- Cinema, teatro e concerti: a chi sono rivolti glie eventi organizzati a Santa Teresa Gallura, riescono a coinvolgere gli abitanti e i turisti?
La proposta culturale e di intrattenimento a Santa Teresa è varia. In inverno e primavera ospitiamo una rassegna di danza e di prosa. Ogni mese la biblioteca comunale organizza incontri con scrittori e poeti e in estate gli una rassegna letteraria. Il giorno di Pasqua lo dedichiamo ai giovani, con un concerto di importanti artisti che spaziano dal rap, hiphop e pop. Il 1° Maggio si organizza una rassegna enogastronomica, P.I.G. Di grande successo. Durante tutta l’estate il gruppo folk locale, accompagnato da altri gruppi sardi, organizza balli sardi con abiti tradizionali accompagnati dall’organetto diatonico. Il coro polifonico si esibisce con canti della tradizione sarda e religiosi, molto coinvolgenti. Alle famiglie in particolare, è dedicato il Gallura Buskers Festival che si svolge in luglio, il paese si colora di artisti di strada che arrivano da tutto il mondo. A settembre si riapre il teatro per il Festival di musica classica “Fantasie Sonore” seguitissimo soprattutto da adulti. Da qualche anno ospitiamo Life After Oil Internation Film Festiva a tematiche ambientali che vede la presenza di tanti registi e attori che arrivano da tutto il mondo, a questo appuntamento prendono parte anche le scuole locali. Questi sono solo alcuni eventi, ma il calendario è molto ricco e per tutti i gusti ed età. Il comune investe ingenti risorse in cultura e spettacolo, riconoscendo a questi lo sviluppo intellettuale di comunità.
- Aiutare a far crescere Santa Teresa Gallura come una comunità unita, accogliente e felice è una delle finalità del progetto di Coordinamento del Piano di Destinazione Turistica Triennale. Possiamo comunicare insieme alcuni degli obbiettivi raggiunti?
La comunità è un nucleo sociale territoriale fondamentale, fatto di obbiettivi comuni, regole condivise, solidarietà, collaborazione ed appartenenza. Una giovane realtà come quella di Santa Teresa Gallura, che ha appena 212 anni, dove alle tradizioni che arrivano dal mondo rurale si sono sovrapposte culture arrivate dal tutto il mondo innamorate di questo luogo o anche solo per motivi di lavoro, fanno del nostro paese un luogo di ricche diversità. Allo stesso tempo il mantenimento o la creazione di comunità diventa più sfidante e impegnativo. Nel 2018 abbiamo iniziato un percorso partecipativo legato al turismo, per cercare strategie di sviluppo differenti. Il progetto condiviso di sviluppo di nuove proposte turistiche che vadano oltre il balneare è stato un esperimento sociale e comunitario che ha dato ad ognuno dei partecipanti voce alle proprie proposte e idee in un confronto costruttivo e propositivo. Prendere coscienza di appartenere non solo ad un luogo ma ad una comunità, rende tutti un po’ responsabili del suo miglioramento. Focalizzare gli obiettivi con una visione positiva e costruire comunità felice o comunità di felicità, per quanto possa apparire utopico o onirico, è il primo passo nel percorso di governance partecipata, dai cittadini, dalle loro aggregazioni, dagli operatori economici e dall’amministrazione comunale, necessaria ad individuare i progetti e le azioni per una comune visione del benessere. La visione strategica che ci ha permesso di calarci nel reale e cercare di migliorarlo è stato il primo passo, attraverso un luogo di confronto e condivisione, la Cooperation Room, a cui partecipano operatori e amministrazione comunale. Il catalogo di prodotti di Gallura Highlands, presenta un territorio ricco di attività e professionisti, di ospitalità, percorsi ed eventi, che solo con le vacanze dolci si possono assaporare completamente.
- Qual è stata, dal tuo punto di vista personale, la fase del progetto (ancora in corso) che ad oggi ti ha fatto capire che la direzione presa è quella giusta?
Inizialmente l’obiettivo dell’assessorato al turismo era di iniziare a confrontarsi con la popolazione per cercare di trovare soluzione alla troppo breve stagione balneare. L’amministrazione può avere una visione, che se non recepita da chi quella visione deve portarla avanti anche attraverso politiche aziendali, fa risultare vane tutte le azioni politiche attuate. Dopo l’istituzione dell’imposta di soggiorno abbiamo avuto la possibilità di aumentare la dotazione finanziaria del settore turistico. Negli anni avevo seguito incontri istituzionali e formativi sul turismo e tra questi, anche un progetto che iniziava a prendere corpo ad Arzachena. Qui in alcuni incontri ho avuto l’occasione di incontrare il Dott. Giaccardi che dopo circa un anno ha avuto l’incarico di coordinatore del progetto. Alla prima convocazione degli operatori turistici, in particolare del ricettivo abbiamo ricevuto una comunicazione ufficiale e dagli albergatori che comunicavano che avrebbero disertato la riunione ed iniziative simili. Presi dallo sconforto ma non arresi, siamo andati a trovare tutti gli albergatori nel loro hotel e li abbiamo convinti a ritornare sui loro passi. La riunione successiva ha avuto un successo inaspettato, l’aula consiliare era tanto piena che molti sono dovuti stare in piedi. È stata una grande emozione vedere per la prima volta anche commercianti, associazioni, ristoratori, pronti a segnala tutto ciò che non andava in paese. Da subito però abbiamo chiarito che sarebbe stata una riunione di propositi e non di critiche, e così abbiamo sempre cercato di muoverci. Successivamente, al Forum del Turismo di gennaio 2019 un altro successo di partecipazione. Teatro pieno come nelle migliori occasioni e poi tavoli tematici con un centinaio di partecipanti. Tra alti e bassi di interesse abbiamo finalmente battezzato la Cooperation Room, con una ventina di operatori di vari servizi che puntualmente partecipano e propongono soluzioni o progetti. Questo credo che possa rappresentare l’inizio di un nuovo modo di amministrare, con il confronto e alimentando quella cittadinanza attiva che migliora la comunità. Il prossimo obiettivo sarà quello di coinvolgere i giovani e dare loro una prospettiva di crescita personale e professionale, e considerarli una vera risorsa.